
Transfer Pricing: quali documenti servono per la conformità fiscale
Il Transfer Pricing è regolato da normative internazionali e nazionali che impongono alle imprese di documentare le operazioni infragruppo per dimostrare la conformità al principio di libera concorrenza (arm’s length principle). Una corretta documentazione consente di evitare sanzioni e di gestire in modo trasparente le transazioni tra società collegate.
Obblighi documentali
Le imprese devono predisporre una serie di documenti che attestino la corretta determinazione dei prezzi di trasferimento. I principali sono:
Masterfile Un documento che fornisce una visione complessiva del gruppo societario, descrivendo la struttura aziendale, le attività svolte, le politiche di Transfer Pricing adottate e i principali accordi infragruppo.
Country File Un documento specifico per ogni entità del gruppo, che dettaglia le operazioni infragruppo, le metodologie di determinazione dei prezzi e le analisi di comparabilità con transazioni di mercato.
Analisi comparativa Un report che confronta i prezzi applicati nelle operazioni infragruppo con quelli di transazioni simili tra imprese indipendenti, dimostrando la conformità al principio di libera concorrenza.
Documentazione integrativa Include contratti, bilanci, report finanziari e qualsiasi altro documento utile a supportare la determinazione dei prezzi di trasferimento.
La corretta predisposizione della documentazione sul Transfer Pricing è essenziale per garantire la conformità fiscale e prevenire contestazioni. In Italia, l’obbligo di documentazione è disciplinato dal Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 23 novembre 2020, che stabilisce le linee guida per la predisposizione del Masterfile e del Country File, fondamentali per dimostrare la correttezza dei prezzi di trasferimento adottati.
Questi documenti devono contenere informazioni dettagliate sulle operazioni infragruppo, sulle metodologie utilizzate per la determinazione dei prezzi e sulle analisi di comparabilità. La loro corretta redazione consente alle imprese di evitare rettifiche fiscali e di beneficiare del regime di penalty protection, riducendo il rischio di sanzioni in caso di controlli.
Le autorità italiane richiedono un approccio trasparente e strutturato nella gestione dei prezzi di trasferimento, in linea con i principi stabiliti dalle Linee Guida OCSE e dagli standard internazionali in materia di fiscalità. Il rispetto del principio di libera concorrenza (arm’s length principle) e l’adozione di metodologie riconosciute a livello globale sono fondamentali per evitare distorsioni fiscali e garantire una corretta allocazione dei profitti tra Stati.
La normativa italiana, attraverso il Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 23 novembre 2020, impone obblighi stringenti di documentazione e compliance, riflettendo l’evoluzione delle best practices internazionali. Questo quadro normativo consente un’azione più efficace di prevenzione contro abusi ed elusione fiscale, assicurando che le imprese operino nel rispetto delle regole e contribuiscano equamente ai sistemi fiscali dei Paesi in cui sono presenti.
DTA